LITERARY WORKS

IO NON CONOSCO

Io non conosco i confini della mia terra:
sulle rive del mare son nato.
È la mia patria
nelle terre dell’ibis e della gazzella,
nelle tane dell’orso e della tigre,
sulle rive ove scalpitano
puledri selvaggi e sui picchi
ove regnano i lama e negli stagni
ove il coccodrillo sonnecchia,
sulle verdi altane dei pappagalli
e sulle lande ove salta il canguro:
ovunque è la mia patria!
O mio povero fratello bantù,
o mio misero negritos,
o mio fratello papua, o indios,
o mugik della steppa, o sudra,
o miei tutti fratelli del mondo,
non sangue, non guerra
né l’odio ci divida
né il veleno di false dottrine
e sia il mondo la patria di tutti!

 

SCIOGLI LA VELA

Sciogli la vela,
Anima mia,
E come l’ala bianca dell’alcione
Domina l’onde!

Varca la vana scogliera dell’ora
Che volge
E drizza il teso tuo fiocco
Sferzato di spume e di vento
Verso l’alba nascente.
T’attende
In orizzonti lontani
Ridente
La Speme:
(un palpito lieve di veli
le candide braccia protese adorna)

Non vince il dubbio il generoso impeto:
Le nubi fuggiranno alle tue spalle,
A poppa
Dileguera’ la scia,
Unica strada protesa al passato,
E, a te dinnanzi,
Solo ed immenso,
S’aprira’ l’orizzonte fra le candide
Braccia dell’unica dea: Speranza!

Sciogli la vela,
Anima mia,
E come l’ala bianca dell’alcione
Domina l’onde.

 

NOSTALGIA

Forse stanotte
ha l’alito piu’ fresco il dolce maggio
ed il sospiro come una carezza

Ma la mia terra ha un fascino piu’ caro
e il palpitare d’ una madre amata.

Ricordo tanta pace sullo Stretto
quando dai monti calibri sorgeva
come vision lievissima la luna
e sul palpito mobile del mare,
lieve ome il sogno d’un bambino,
il cammino tracciava alle paranze.

E l’alito di maggio sulla terra
era fresco di fiori e di salsedine
e l’amore piu’ puro e desiato.

Ora, lontano, non mi da’ pace
Il riposante abbraccio della notte
e tutto quel che accenna
un fremito sommesso di bellezza
mi alimenta nel cuor la nostalgia.

(Riva del Garda)


LA MIA PATRIA É IL MONDO

(Versione N. 3)

Io non conosco i confini della mia terra
(sulle rive del mare sono nato).

E’ la mia patria
Nelle terre dell’ibis e della gazzella
Nelle tane dell’orso e della tigre
Sulle rive ove scalpitano
puledri selvaggi e sui picchi
ove regnano i lama e negli stagni
ove il coccodrillo sonnecchia:
ovunque e’ la mia patria!

sulle verdi altane dei pappagalli
o sulle lande ove salta il canguro:
ovunque e’ la mia patria!

O mio fratello bantu’
o mio fratello negritos
o mio fratello papua, o indios,
o migik della steppa, o sudra,
o miei tutti fratelli del mondo,
non sangue, non guerra
ne’ l’odio ci divida

Ne’ il veleno di false dottrine…
e sia il mondo la Patria di tutti!

 

IL SOGNO

(Verde-smeraldo i prati …
occhieggia la fiamma dei papaveri
nero-cigliati
a seconda che il vento li pieghi
o li riversi …
orizzonti tersi
lavati dal sole mattinale …)

So d’un paese ancora tutto prati
chiuso nel cerchio dei miei desideri …
sugli steccati
non c’e’ divieto per chi arriva stanco
ed e‘ fratello
ne’ al cancello
s’avventa la rabbia d’ un mastino.

Tu varca la soglia e paga un sorriso,
una stretta di mano ed un abbraccio …
sul tuo viso
assillo ed astio non segneranno
solchi profondi
e giocondi
ti si faranno incontro i tuoi fratelli!

Verde-smeraldo I prati
un di’ satanno non soltanto in sogno …
nero-cigliati
papaveri sorrideranno su di noi
riversi …
dai versi
pace forse trarra’ l’universo.



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